Diego
e Francesco Lerda

La soddisfazione del paziente
è la cosa più importate
Spesso si sente dire che è meglio non lavorare con amici e parenti perché si rischia di rovinare i rapporti interpersonali. Nel nostro caso è esattamente l’opposto: sono orgoglioso di lavorare con mio padre. Ho preso la direzione dello studio, sto apportando modifiche per renderlo più strutturato e completo, continuando anche a portare avanti i valori che ci hanno fatto apprezzare in tutti questi anni di attività. Io sono entrato in studio da 8 anni. Fin dal mio ingresso ho spinto per differenziarci dal classico studio del dentista di paese. Mi sono semplicemente chiesto: “Che tipo di servizio vorrei io?”. Così è stato facile capire che era necessario fare investimenti in strumentazione e nuove tecniche: tutto il nostro studio è volto al paziente e ci permette di curare ogni tipo di problema senza dovergli chiedere di spostarsi in altre strutture per ricevere le cure o sottoporsi a degli esami. Nel mio futuro ho un obiettivo di crescita molto importante, che vorrei raggiungere in 5/10 anni: entrare nella società dell’endodonzia. Si tratta di un gruppo ristretto di professionisti, una cerchia certificata che attesta che lo studio con le sue strumentazioni, la sua struttura e la sua gestione ha raggiunto un determinato livello. Si tratta di un percorso lungo: perseguire e raggiungere questo obiettivo è per me uno stimolo personale davvero
significativo. In questo imiterei mio padre, che nel 1986 entrò a far parte dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Restaurativa e Conservativa, un organo molto importante non solo a livello nazionale. Il suo traguardo è decisamente più significativo del mio: in quegli anni non esistevano i protocolli di intervento attuali, quello che allora era innovazione, adesso è prassi. A lui era richiesta inventiva, a me metodo, costanza e precisione. Non sto dicendo che il mio cammino presenta meno difficoltà, ma voglio sottolineare il merito della carriera di papà. Infatti io lavoro da 35 anni, sono prossimo al pensionamento anche se non sarà una uscita di scena: continuerò a frequentare lo studio e a mantenere il rapporto con i pazienti che seguo da tutta la vita. Per me non si è mai trattato solo di intervenire sui denti, il mio ruolo è quello di curare e seguire ogni persona, di instaurare un legame basato su una forte empatia. Sarà anche perché sono anche medico, oltre che dentista. È questo modo di rapportarsi ai pazienti che ho trasmesso a Francesco. Fin dal mio primo giorno di lavoro mi ha sempre riempito di orgoglio ricevere il ringraziamento dei pazienti che mi salutavano sorridendo mentre ci stringevamo la mano. Questo sentimento è quello che vorrei accompagnasse Francesco in tutti gli anni di attività che lo aspettano da qui in poi, non c’è gratificazione maggiore. La pandemia è stata spaventosa anche per noi, ma ci ha permesso di avere delle risposte molto importanti. Non siamo stati contattati dai nostri pazienti per le urgenze, così abbiamo capito che il lavoro svolto in precedenza da me e papà era di qualità. Alla riapertura non abbiamo avuto nessuna difficoltà organizzativa: l’uso di tutti i presidi di sicurezza e le nuove
disposizioni per noi sono sempre state operazioni utilizzate abitualmente. Da anni dedichiamo giornate di volontariato alla comunità di San Patrignano. In quelle occasioni indossiamo i DPI che ora sono obbligatori per tutti: li abbiamo sempre usati, siamo a nostro agio indossandoli e non abbiamo avuto problemi ad averli a disposizione fin dal primo giorno della riapertura al pubblico oltre alle urgenze. Alla riapertura, poi, abbiamo avuto una bella risposta da parte dei nostri pazienti, che sono ritornati ad affidarsi alle nostre cure. La mia filosofia di vita si racchiude in un famoso detto: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Questa etica della reciprocità mi descrive bene sia nella vita privata che nel lavoro, perché ho sempre affrontato l’odontoiatria mettendomi nei panni dell’altro. Per questo dedico molto tempo a spiegare le cose, a mostrare al paziente la situazione in cui si trova e a proporgli, quando è possibile, diverse soluzioni in modo che riesca a fare una scelta che tenga conto del quadro generale. So che chi si rivolge a noi deve fare i conti non solo con la propria salute, ma anche con le possibilità economiche del momento e con i timori che ha verso le cure che gli propongo. Per lo stesso motivo, da sempre, siamo reperibili in qualsiasi orario. L’idea di ricevere chiamate a tutte le ore può non essere allettante, qualcuno potrebbe definirlo scomodo, ma mettendoci nei panni di chi ha il coraggio di fare una chiamata del genere, capiamo che è importante esserci e non ci pesa farci trovare.
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