successivamente ho capito che le interazioni offrono maggiori opportunità. Ora ho la certezza che le persone possono fare la differenza. Il periodo di stop mi ha fatto capire che per crescere abbiamo bisogno di bilanciare meglio le attività, valutando giorno per giorno come ci dividiamo i lavori, cosa riusciamo a offrire ai clienti e cosa vorremmo aggiungere tra i servizi. Da qui a cinque anni questa azienda raddoppierà il personale, è l’obiettivo di tutta la squadra. Ripeto, noi non siamo quelli che due volte all’anno controllano gli estintori, non solo quello. Dicevo che da quando ho iniziato sono cambiato molto, la svolta è stata la morte di mio padre, avvenuta nel 2016. Lui era al mio fianco quando ho aperto l’attività. Era il mio confidente, una spalla su cui piangere, la persona a cui potevo esprimere le mie paure e difficoltà. Ho deciso di intraprendere questa strada, non mi resta che percorrerla nonostante le difficoltà, era il suo pensiero e lo condivido, anche se ha significato fare tutto senza l’aiuto di nessuno. Così al nostro addio gli ho fatto la mia promessa più grossa. Quel giorno mi ha cambiato, mi ha fatto capire che avevo la determinazione e la forza per andare fino in fondo. La mia attività porta il mio nome perché ho voluto metterci, fin da subito, la faccia. A tutti quelli che mi circondano, alla mia famiglia, ai miei collaboratori e a me stesso devo molto: non posso che mantenere gli impegni che ho preso. Quando mi chiedono di spiegare perché trascorro 17/18 ore al giorno al lavoro, uso una citazione di Will Smith. Lui parla delle capacità come il risultato del duro lavoro. La frase recita così: “Se entrambi saliamo sul tapis roulant … è una delle due: tu molli prima o io ci lascio la pelle. È così che funziona”. In questa frase ci trovo l’etica del lavoro, la determinazione e l’impegno a migliorarsi che mi rappresentano.
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